07 settembre 2013

Pian de Fontana - Duma Canterino

Come promesso nella relazione dell'Alta Via, ecco svelato il motivo per cui il PolentaSbucciata team non potrà mai più entrare nel Rifugio Pian de Fontana.
Peccà, ma almeno se semo pieghè dal ridere!

Warning: la visione del filmato potrebbe provocare vomito, diarrea, stato confusionale, allucinazoni e una certa dose de spira alle mane. Se ne consiglia la visione solamente ad un pubblico con un stomego grosso così.




Duma Über Alles !

31 agosto 2013

Alta Via delle Dolomiti n.1

ovvero dal Lago di Bràies a Belluno per sentieri di montagna  
a parte noaltri che avemo tajà l'ultima tappa della Schiara e avemo tolto el bus par rivar in stasion a Belun... parchè niente ultima tappa?? Fate i cassi toi!


L'itinerario

Partenza: 04.08.13 Lago di Bràies in Pusteria - semo partii da Caldier in realtà, però va ben
Arrivo: 13.08.13 Belluno - rigorosamente in stasion
Totale giorni: 9 - con sghimma finale, va ben, però sempre nòve giorni
Lunghezza percorso: 125 chilometri - si, l'è vera, ultimi dièse chilometri col bus
Difficoltà: EE EA - con bire e grappete anca EAA Esperto Attrezzato Alcolisti
Dislivello in salita: circa 7.300 m - causa frana alla forcella del lago ghemo sòntà altri 500 m
Dislivello in discesa: circa 8.400 m - idem come sòra
Quota massima: 2.812 m (Croda del Becco)
Quota minima: 389 m (Belluno)



L’Alta Via delle Dolomiti n. 1, che si snoda da Bràies in Pusterìa a Belluno, può essere suddivisa in tre parti ben distinte:
Dal Lago di Bràies alle Tofàne con i gruppi dolomitici della Croda Rossa d’Ampezzo, Fànis, Tofàne.
bela assè, peccà par i turisti con le hogan e gli scout con le tendine blu e la chitara scordà
Dalle Tofàne alla Civetta con i gruppi dolomitici del Nuvolàu, Croda da Lago, Pelmo, Civetta.
bela da cavar el fià
Dalla Civetta a Belluno con i gruppi dolomitici della Moiazza, Tàmer-San Sebastiano, Prampèr-Mezzodì, Schiara
el toco più rock&roll de tuti

quante ghe ne sàvemo.. fin massa

Giorno 1:  Lago di Bràies (1.469 m)- Rifugio Biella (2.327m)

Partenza ore 12.00
Arrivo ore 14.50

Come detto, in realtà semo partii da Caldier alle 4.00 con la macchina.
Parchè? Parchè avemo deciso de parcheggiar la macchina tacà alla stasion de Belun (in divieto de sosta, ovvio) e andar fin al lago de Bràies con tre autobus: la domenica el primo e unico bus da Belun el parte alle 6.50, per cui...



Una volta arrivè al lago de Bràies, la voja de partir non le mia proprio al top.
E alora cosa femo?  Ovvio: bira media e panetto col speck!
..e che bon che l' era el paneto!





Foto de rito davanti al cartel della partensa, ma de voja de partir ancora poca..
..sospiro e con estrema fadiga via par la salita che porta al Biella










Dopo poco più de n'oretta e aver sudà le bire delle ultime due settimane se riva al primo cartel.. manca ancora un'ora e mèsa al Biella!   Ghè caldo e semo sensa acqua  ..Sà femo? tornemo indrio!? 
Giammai! sasso in bocca (te digo come el funsiona par cavar la sè) e via sui gombi!










alla vista del Biella, tutto d'un tratto ritornano le forze! corsa sò par el sentierin desgrasià e birramediatutadunfià!
(Ma te sito accorto che nella foto qua de sòra se vede anche le Drei Zinnen!? e stà attento no!)
Nella sera un violento temporale si abbatte, per la gioia della gestora del Biella, sulle tende degli scout accampati a poca distanza del rifugio




Giorno 2:  Rifugio Biella (2.327m) - Rifugio Lavarella (2.050m)

Partenza ore 10.30
Arrivo ore 16.00

Cosa pensito? che avemo dormio fin alle dièse? Seeeeee
Sveglia all'alba, supercolazione panburomarmelata e caffelatte e via alla conquista della Croda del Becco!
Arrivo sulla cima (2.812 m) alle ore 9.00.. panorama eccccccezzzzzzzionale











Rapida discesa dalla cima, e via per il sentiero.
Come dice la relazione: "il primo tratto che porta al Rifugio Sennès e quindi al Pian della Lasta è ampio, panoramico e semplice, ma quando si imbocca lo stretto canalone fra il Pici Pareis e il Col del Rue divalla rapidamente per gli stretti tornanti fino alla distesa pianneggiante dove sorge il Rifugio Pederù (1.548m). In altre parole: prima parte sciolta, la seconda na discesa spaca-sènogi che te cava le pèso parolàse dala boca, par non dir bàstieme





Birra media e paneto col speck al rifugio e dopo via per il Valùn de Fanes fino ad arrivare al Rifugio Lavarella









All'arrivo Birramediatutadunfià per ristorarsi dalla fatica del lungo percorso e quindi doccia e preparazione della camera per la notte...
Butei semo nel Club20! Vuto vedar che stasera femo anca fèston!? ....E invece!
Club 20 è la camera sottotetto che riesce a contenere in 5 metri cubi la bellezza di venti brande! Altresi chiamata "la cuccia del can". Mai lamentarse però: la ghè andà sicuramente pèso a quei che ghè toccà dormir in corridoio sotto i calsetti, mudande e majette stese par sugarse!





Durante la degustazione di alcune birre come aperitivo el Duma intrettiene gli avventori del rifugio con uno strumento a dir poco bizzaro dopodichè cena-vin-rosso-grappette e via in letto ciapandoghe dosso a tutti gli spigoli che ghè (ma avì visto che bela la majetta del Duma!?)




Giorno 3:  Rifugio Lavarella (2.050m) - Rifugio Dibona (2.037m)
passando per Capanna Alpina (1.710m)

Partenza ore 07.20
Arrivo ore 14.45

Come da programma: sveja presto, colasion abbondante ma de freta e via de corsa parchè ne aspetta una delle tappe più longhe dell'alta via.
La partenza allo splendere del sole mattutino è particolarmente suggestiva, così come i paesaggi della valle di Fànes, la Cima Lago e la Cima Campestrin










Durante il percorso incontriamo dei cavalli al pascolo e dopo una serie de "varda che beeeiiii", "lori sì che i sta ben", "ci ghè che sta mejo de lòri", "ma sèto che jè proprio beeeeiiiii" l' attenzione e le carezze si concentrano su un puledro che sembra particolarmente gradire (vuto che te spieghemo anca el parchè???)




La gioia di questo momento bucolico viene bruscamente frenata da una ragazza molto gentile che vedendoci con gli zaini voluminosi ci chiede:
"State facendo l'alta via? Avete sentito che c'è stata una frana e il sentiero che porta alla forcella del Lago e impraticabile?"
Panico.. e adesso che casso femo?!?
"Non preoccupatevi" continua la ragazza "potete proseguire per la Capanna Alpina e salire verso la cima Scotoni"
Aaaaaahhhh been! aaaalllooooraaaa.. se sè pol andar dalla Capanna Alpina! Maaaaa... scoltaaaa.... ela longa? ghe tanto dislivel? parchè te sè.. oggi tappa importante, osti
"No no, andate tranquilli, bene o male siamo lì"
Chissà perchè ma quel "bene o male" nol nè mia sonà massa ben.. comunque, mai paura e sempre avanti!



Dopo pochi metri incontriamo una guida alpina che stava proprio andando a posizionare il cartello segnaletico di chiusura sentiero in prossimità della Forcella del Lago e la faccenda ci è stata subito chiara.
"Scoltaaaaa maaaaaa, secondo tì la slonghemo tanto passando dal bivacco delle alpi?"
"Intendete la Capanna Alpina?"
"Si si, la Cascina Alpina! Secondo ti?"
La guida ridendo si allontana e aggiunge "Buona giornata ragazzi, che oggi avete da divertirvi!"

Purtroppo non ci sono foto che testimoniano prima la discesa e poi la salita sul versante opposto perchè siamo stati troppo impegnati nel trattenere le bàstieme.





Giunti alla Cima Scotoni (varda qua sòra che bela che l'è!) biramediatutadunfià par calmarse e riciaparse un attimo e poi via che l'è ancora longa. La bellezza di quanto ci circonda durante la salita verso il Rif Lagazuòi è da lasciare senza parole (e non l'è mia solo par la fadiga)






per la cronaca, nella foto qua de sòra se vede in alto a destra  la forcella che avaressimo dovù far







Dopo aver versato una quantità spropositata di sudore, con estrema fatica raggiungiamo la forcella Lagazuoi (2.573m). Rapido sguardo alla cartina e poi via sul versante opposto. Davanti a noi 5 Torri, Lastòi de Formin, Croda da Lago, Averau e sullo sfondo Pelmo e Pelmetto: non ghè parole!
Ancora manco parole se pensemo che doman faremo el giro intorno a tutte ste cime e arriveremo proprio sotto el Pelmo!


E volemo parlar della Val Travenànzes e della Tofana di Ròzes? Meravaglia!
Questa zona è stata teatro di una delle pagine più tragiche della Grande Guerra e i segni ne sono particolarmente evidenti (par chi fosse interessato ad approfondire: link  )








toh! se vede anca la Marmolada. Se sè stà un pò attenti, la Marmolada la se vede da un sacco de posti lungo l'alta via.




Finalmente semo rivè al rifugio! Non te digo che mal de piè e che fadiga!
Ghe vol un rimedio, subito! Oste, tre birre medie!  A seguire la miglior cena di tutta l'alta via.





Giorno 4:  Rifugio Dibona (2.037m) - Rif. Città di Fiume (1.917 m)

Partenza ore 07.30
Arrivo ore 16.10


Anche oggi supertappona, quindi sveglia presto, sistemazione zaino e colazione al vol... mia massa al volo... i gà ancora da vèrsar la sala. Nessun problema, aspettiamo con calma: E ALLORAAAA?!?! CHE QUA GHE' GENTE CHE GA' DA CAMINAR DELLE OREEEE
Paneburomarmellata caffelatte e via andare!



Lasciamo la Tofana di Ròzes alle nostre spalle (qua de sòra se vede ben anca el Castelletto) e si scende a valle fino ad incontrare lo scorcio in assoluto più suggestivo:
Belo, eh?! Superato con slancio il bidone si comincia prima per bosco e poi per ghiaia e sfasciumi la salita verso l'Averau per poi svoltare a sinistra e conquistare un po col fiato corto il Rifugio Nuvolau: la sembra longa, in realtà ancora de più!
Anche oggi panorama di livello superiore..









Fadiga eh? Dai che ormai semo rivè e podemo tirar el fià!

Non per tutti però l'arrivo è fonte di ristoro e consolazione, perchè per il pensiero torna alla relazione letta la sera precedente: " pochi metri dopo il rifugio bisogna vincere in discesa un salto roccioso con l'aiuto di una scala e poi con alcune corde metalliche".
Nessun problema, l'accoppiata Loris/Gine sa bene come gestire queste situazioni: "Seto come i le ciama duma? el tenebroso salto della morte!"  "i m'ha dito che iè venti metri dritti sparè sensa gnanca n'appoggio par i piè" ..la suggestione cresce vedendo salire dal sentiero gente bardata di tutto punto: caschi, imbraghi, cordini, rinvii, mudande de ferro, cinture de castità e uno par fin con l'armatura!




Se sparemo un super panetto col pastin (pasta della salsiccia) e una bottiglia de birra da 66 e via andare!



Superato con agilità il salto roccioso, si riprende il sentiero scalfito su un terreno lunare e si perde quota superando di tanto in tanto qualche tratto attrezzato.. belo assè, pecà par el traffico eccessivo









La stanchezza comincia a farsi sentire e i piè i comincia a sigàr, ma de strada da fare ghe n'è ancora a buso: lo vedito el monte che traspare in lontananza nella foto qua de sòra? Ecco, quello l'è el Pelmo e dovemo rivar fin là!





La strada par arrivar l'è veramente lunga, ma par fortuna la dovarea essere tutta abbastanza in piano.. e invese! come dal nulla spunta na bella pòntara che porta alla Forcella Giaù che la ne spiega un par de robe.
Dopodichè col fià che ne rimane raggiungiamo a fatica el rifugio città di Fiume: birramediatuttadunfià e dopo de che ghe pensemo.
Ottima cena e abbondante giro di grappette alla genziana, mugo sperula e anca, parchè no, liquirizia.





Giorno 5:  Rif. Città di Fiume (1.917 m) - Rifugio Venezia (1.947m)

Partenza ore 08.00
Arrivo ore 10.40

Oggi ci aspetta la tappa più breve, ma quella che dovrebbe essere la più intensa.Come da relazione:
 " ..il Sentiero “Gino Flaibani” permette di traversare e quindi anche “circumnavigare” il massiccio del Pelmo... si vince un ripido canalone, si seguono magri pascoli d’alta quota e si scende un po’ fino a una spalla erbosa che si origina dalla Cima Foràda. Sulla destra si apre il selvaggio Circo di Val d’Àrcia. Si risale faticosamente il circo franoso e con un ultimo strappo si giunge infine alla Forcella di Val d’Àrcia. Dalla forcella si scende sulla destra, si attraversano due imponenti canaloni ghiaiosi e per buone tracce si raggiunge una spaziosa e ben evidente sella che ospita un corposo spuntone roccioso. Da questa si scende diagonalmente per la immane colata di ghiaie che scende dalla Forca Rossa."


Usciti dal rifugio, diamo un' occhiata alle imponenente parete del Pelmo e via andare!





Com'ela che i butei non i gà mia tanta  voja de ciacòlar stamatina? sia che sta salita la tira n'atimin?
Sia che ogni tanto non se sà ndo casso mettar sò i piè sensa rischiar de sfracassarse el muso?

mmm.. ma seto che la relasiòn la g'avea proprio rasòn





Dai butei! questo l'è stà de sicuro l'ultimo strappo e adesso L'E' FATTA! .. e invese!
Alziamo gli occhi al cielo e...... Ma come!? par de essere alla stessa altessa del Fiume!


Riabbassiamo lo sguardo e come per incanto si apre davanti ai nostri occhi il circo della Val D'Arcia : giaron da tutte le parti e capiamo subito quale l'è l'ultimo strappo famoso.
Mai paura e via andare! ..con calma però, parchè l'è fadiga





Benedetto sia il masso che ci appare davanti agli occhi: abbiamo vinto il circo e conquistato la forcella!
Dopo l' intajada sulle vette feltrine, questo l'è n'altro giaron da mettere sul curriculum!
..e adesso sò par l'immane colata di ghiaie! La discesa l'è un misto tra corsa, sci, snowboard e in un attimo se trovemo al Rifugio Venezia pieni de polvere dalla testa ai piè



Quando arrivemo i rifugisti i stà ancora pulendo el pavimento... e adesso come femo!?
Rifugista, visto che non podemo entrar, passa tre birremediedaberetuttedunfià dalla finestra!


Il resto della giornata passa tra na birra, un mezzello de rosso, un mezzello de bianco e a controllar la gente che sale o scende dalla via normale del Pelmo: dal rifugio se vede alla grande la cengia de Ball e il famoso passo del gatto.


Giorno 6:  Rifugio Venezia (1.947m) - Rif. Tissi (2.281m)

Partenza ore 07.00
Arrivo ore 13.10

Le previsioni le mette brutto par el pomeriggio e quindi la ciurma la decide de partire de buon'ora.
Lasciamo alle spalle il Pelmo passando per passo Staulanza, raggiungiamo a valle il rifugio Palafavera e poi su per una interminabile ma facile mulattiera che conduce al rifugio Coldai.






All'arrivo, birra di ordinanza, panetto col speck e via andare: destinazione Tissi!
Appena imboccato il sentiero che porta al lago Coldai eccolo ch'el comincia a piovere..
Fermate, mettete el spolverin e riparti.
Dopo cinque minuti smette..
Rifermate, cavate el spolverin e riparti.
Questa sequenza si ripeterà almeno tre volte fino a culminare in un temporale che te spaenta: par fortuna el scarica solo tre lampi seguiti da tuoni che ne fà tremar le mudande e dopo el se calma





Passata la Forcella Col Negro si vede in lontananza il rifugio Tissi.
Butei, dai che L'E' FATTA! ..e invese.. de strada da far ghe n'è ancora parecchiotta e la rampa finale che porta al rifugio l'è n'altra de quele che te spiega.
Durante la salita finale al rifugio incontriamo e conosciamo due ragazze, Anna da Berlino e Christina da Zurigo, che stanno facendo un giro estremamente interessante: l'Alta Via Europa da Monaco a Venezia.. estiqaatsi!!

All'arrivo, non ghè più bisogno de dirlo, birra media al volo e possiamo finalmente goderci uno degli spettacoli più maestosi dell'alta via: la parete Nord-Ovest della Civetta. Roba da cavarte el fià!
..e scusame la vista dal balcone e dall'interno del rifugio:



Doccia, mini-bucato de mudande, majete,calsetti e quindi seconda birra d'ordinanza e poi raggiungiamo la cima di Col Reàn.
Parchè el Loris el se tien tacà alla croce? parchè se el se mola el finise in 3 secondi dentro il sottostante lago de Alleghe!





Scesi dalla cima, el duma intrattiene Anna (cissà in che lingua i parla, probabilmente dialeto), vediamo il Pelmo andare in fiamme e col passare del tempo assistiamo ad un temporale di tutto rispetto che scarica secchiate d'acqua fino a notte inoltrata




 ...speta n'attimo. Secchiate d'acqua?   E come faralo adesso el Johnny a far sugar le robe moje??
Chi è Johnny? come: CHI E' JOHNNY ?!
In realtà non l'avemo mia capio ben gnanca noaltri ma Johnny è lui, la persona più chiacchierata di tutta l'alta via per il suo modo di fare vagamente strano. Vai Johnny che spacchi di brutto! 


 ..speremo che sia rivà fin in fondo tra l'altro. Loris, eto ciamà el rifugio par sentir??



Giorno 7:  Rif. Tissi (2.281m) - Rifugio Bruto Carestiato (1.834m)

Partenza ore 07.45
Arrivo ore 13.20

Alla partenza, a dispetto delle previsioni, il tempo non è decisamente dei migliori, ma quantomeno ci presenta il civetta incoronato da un fascio di nuvole.. varda che robetta!
Una mucca punk decide di scortarci fino al Pian di Pelsa, da dove si gode di una incredibile vista della torre Venezia, per poi lasciarci proseguire da soli fino al rifugio Vazzoler dove ci fermiamo per una pausa caffè.







Alla ripresa del cammino il cielo comincia lentamente ad aprirsi fino a regalare uno splendido sole che fa brillare il gruppo della Civetta (sulla sx torre Venezia e sulla dx torre Trieste).


Attraverso boschi alternati a colate di ghiaie ci dirigiamo verso il celeberrimo gruppo della Moiazza.
"Al gruppo de che!? ci è che ha mai sentio parlar della moiazza?!?" 
Uè giovani! ...vedemo de non far tanto gli spiritosi che qua ghe gente seria!
E invece! proprio qui comincia la parte più rock and roll dell'alta via: meno turistica, più selvaggia e con una varietà di paesaggi di tutto rilievo





Giunti alla forcella del Camp, si  vede finalmente in lontananza il rifugio Bruto Carestiato. 
Secondo ti cosa femo appena arrivè? Ovvio, panetto col pastin e birra media! 
El loris e el Duma, volendo stare leggeri, vanno per la variante con aggiunta de formajo alla piastra: ghe riva  a tutti dò na sberla degna de Man vs Food (per i seguaci di DMAX) dove lo spessore del formajo supera di gran lunga quelo del pan!





In preda da allucinazioni da formajo alla piastra i due decidono di rimanere al rifugio a sponsare, mentre el Gine preso da improvviso raptus si incammina con passo deciso verso la cima di Mont Alt de Framont, intravista durante il percorso della mattina. 
Fadiga a buso, el sentiero l'è talmente poco battuo che spesso se perde le tracce, ma il panorama all'arrivo spacca






Dopo un caro saluto del Loris a tutti i lettori del blog, ci spariamo un super tramonto, ottima cena seguita da svariate grappette e, visto che l'è la notte de San Lorenzo, stelle cadenti come se piovesse..







Giorno 8:  Rifugio Bruto Carestiato (1.834m) - Rifugio Pian de Fontana (1.632m)

Partenza ore 07.15
Arrivo ore 14.45

Anche oggi prevista tampa lunga quindi sveglia di buon'ora e via andare!
Superato il passo Duran e fatto un breve tratto di strada, raggiungiamo malga Moschesin per poi cominciare a salire attraverso uno dei boschi più angoscianti mai visti.. non ghè nè aria nè luce e le raise delle piante le fà de tutto par farte cascar. Una volta usciti dal bosco lo spettacolo si fa decisamente più interessante e finalmente riusciamo a vedere il Pelmo dal lato che lo ha reso famoso ai più con il nome de "Caregòn del Padreterno"












Birra e panetto col Speck al rifugio Pramperèt, anche detto Perepeppè, sono d'obbligo: serve un po de energie parchè dopo ne aspetta un'altro toco de sentiero de quei che te spiega.
Ma secondo tì, noaltri se spaentemo!?



Giammani! Forsa e corajo, che tanto vinsemo anca questa!








Man mano che si sale verso Forcella Sud dei Van de Città, sudando come dei cani, si materializza alle nostre spalle un panorama che ripaga della fatica: tutti i gruppi attraversati negli scorsi sono da qui facilmente visibili.




Giunti quindi alla Forcella ci lasciamo per sempre alle spalle Pelmo e compagni e volgiamo lo sguardo alla Schiara.
La discesa si fa subito ripida, severa, spaca-sènogi e quasi quasi ne vegnarea da dir anca spaca-cojoni!
In breve raggiungiamo il rifugio Pian de Fontana dove un numero non meglio precisato di Moretti da 66 e grappette ci attende! L'è l' ultima sera e stasera se fa festa!
Risultato? Sulla porta del rifugio esiste ora una nostra foto con scritto "Noi non possiamo entrare"
...e se te segui el blog nei prossimi giorni te capirè anca el parchè..
..ma quel che conta l'è che se sèmo proprio godui!











Giorno 9:  Rifugio Pian de Fontana (1.632m) - Belluno (389m)


Partenza ore 07.15
Arrivo ore 11.45

Ebbene si, purtroppo questo l'è l' ultimo giorno e la cosa non l'è che la ne faga tanto piaser: dal pomeriggio se ritorna al caldon della pianura padana e alla solita routine.
Va beh, va in cul! ghè ancora un tocco de sentiero da fare e quindi via andare!

Giusto par non dire che quest'anno non avemo mia fatto fadiga, subito na bella botta in discesa per poi risalire con gli interessi sul versante opposto. Davanti a noi la Schiara e la famosa Gusèla del Vescovà.





 


Il sentiero si trasforma quindi in una interminabile discesa che porta al Rifugio Bianchet dove ritroviamo Anna e Christina e dove facciamo un ultimo break prima di dirigerci alla fermata dell'autobus che ci porterà in stazione a Belluno




Prima di volgere al termine del racconto, prendiamo spunto da questi luoghi per un gentile omaggio a tutte le lettrici del blog:


oltre che per dare un suggerimento a tutti i lettori: 3 ore dal Rifugio Bianchet, ma ghe ne val la pena!





Attendiamo quindi in gruppo l' autobus che ci porta alla stazione di Belluno dove Christina ci scatta le foto di chiusura.



Par fortuna che l'è finia anca sta alta via e speremo che riva lunedì in pressia: ne manca el laoro.. a buso!

T'elo piasù el post? Ne fa piaser!
Non t'elo mia piasù? E ci casso t'ha ditto de guardarlo!